All’orango io ci tengo! – Sumatra -Chiusura progetto Dicembre 2017

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La partnership tra Di Leo, Sumatran Orangutan Society e forPlanet ha permesso la reintroduzione in natura di 15 oranghi di Sumatra, la riforestazione di 1 ettaro del loro habitat attraverso la piantumazione di 1.000 alberi all’interno del Leuser Ecosystem e la realizzazione di interventi (campagne e progetti di sensibilizzazione) per la protezione a lungo termine delle foreste primarie a Sumatra.

LE MINACCE

Perché abbiamo deciso di intervenire? L’ecosistema Leuser, situato all’estremità occidentale dell’isola di Sumatra, è uno dei più importanti centri di biodiversità rimasti sulla Terra: comprende zone montagnose, pianeggianti, torbiere e paludi; è di fondamentale per la sopravvivenza di quattro specie a forte rischio di estinzione (oranghi, ma anche elefanti, tigri e rinoceronti di Sumatra ) e di un’infinità di specie di mammiferi, uccelli e insetti. In soli 25 anni però il 48% delle foreste di Sumatra è stato distrutto a causa dell’abbattimento di alberi, dello sviluppo delle infrastrutture, della migrazione interna e del diffondersi delle piantagioni, soprattutto quelle di palma da olio, con conseguenze devastanti per la biodiversità.  Vaste zone dell’ecosistema Leuser, che fanno parte del Tropical Rainforest Heritage of Sumatra, Patrimonio mondiale dell’UNESCO, sono state distrutte e nel 2011 il TRHS è stato inserito nell’Elenco mondiale dei siti in pericolo.

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Ed è in pericolo anche l’orangutan di Sumatra: con soli 14.600 esemplari stimati nel loro habitat naturale, è stato inserito dal World Conservation Union (IUCN) come “Specie in grave pericolo” nella Lista rossa delle specie minacciate. Oltre il 75% di esemplari vive all’interno dell’ecosistema Leuser, e la deforestazione di queste aree rischia di condannarli all’estinzione.
Inoltre, nonostante per questo sia una specie protetta dalla legge indonesiana, per la quale è illegale uccidere, catturare, danneggiare o tenere un orangutan come animale domestico, purtroppo queste pratiche sono ancora diffuse. Molto spesso le madri di orango vengono uccise per poter catturare i cuccioli da destinare al commercio di animali.

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PARTNER

DiLeo, azienda dolciaria pugliese che non hai mai utilizzato olio di palma nelle proprie preparazioni, ha sostenuto il progetto “All’orango io ci tengo!” donando per un anno parte del ricavato dalla vendita dei biscotti Fattincasa.

Come partner locale invece ci siamo affidati a Sumatran Orangutan Society, attiva proprio in Indonesia per tutelare gli orangutan e il loro ultimo habitat. Opera coinvolgendo le comunità che vivono in zone adiacenti, aiutandole a comprendere e ad avere un ruolo nella protezione delle foreste come per esempio ripristinando l’habitat danneggiato attraverso riforestazione; inoltre hanno creato un team a Sumatra che si occupa di recuperare, curati e riabilitare, gli animali vittime della deforestazione o del commercio illegale, per poi reintrodurli in natura in modo sicuro.

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OBIETTIVI DEL PROGETTO

Fin da subito, gli obiettivi del progetto “All’orango io ci tengo!” sono stati:

Reintrodurre in natura 15 oranghi di Sumatra

Restaurare 1 ettaro di habitat attraverso la piantumazione di 1000 alberi

Studiare strategie per tutelare a lungo termine le foreste pluviali a Sumatra

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AZIONI INTRAPRESE

Ripristino dell’habitat degli oranghi nell’ecosistema Leuser

Con il permesso del governo indonesiano, sono state rimosse le piantagioni d palma da olio e sostituite con specie vegetali endemiche della foresta tropicale. Abbiamo garantito supporto al partner locale Yayasan Orangutan Sumatera Lestari (che si occupa di ripristino degli habitat dal 2004 e ha piantato oltre 1,5 milioni di alberi) per la piantumazione di 1.000 piantine di alberi nella regione del Sei Betung, all’interno del Leuser Ecosystem, uno tra i più importanti hotspot per la biodiversità. Le piante sono state cresciute in appositi vivai dalle comunità locali opportunamente istruite per gestire i vivai e ripristinare aree forestali degradate. Il coinvolgimento di nativi è fondamentale: motivarli a diventare custodi della propria terra è la strategia migliore per la salvaguardia, il ripristino e la conservazione a lungo termine degli oranghi e del loro habitat.

Il programma di ripristino dell’habitat degli oranghi ha, inoltre, previsto il monitoraggio anche di altre specie animali a rischio di estinzione, grazie all’uso di fototrappole, sempre finanziate da DiLeo. Infine, lo staff locale ha verificato costantemente lo stato di crescita delle nuove piante e rilevato importanti parametri climatici come l’umidità e il tasso di precipitazioni.

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Tutela delle foreste primarie

L’obiettivo principale è quello di proteggere le foreste, in modo che non ci sia più bisogno di piantare nuovi alberi o soccorrere gli oranghi: ecco perché ci siamo affidati all’esperienza di SOS e dei partner indonesiani nelle campagne internazionali.

È stato realizzato un documentario, “I guardiani del Leuser”, con lo scopo di attirare l’attenzione su quest’area ancora poco conosciuta. Il cortometraggio, pubblicato online nel Maggio 2017, ha raggiunto più di 28.000 persone attraverso i social, ha avuto una candidatura per il premio Charity Film Awards e soprattutto ha contribuito a far crescere la popolarità dell’ecosistema Leuser, ora paragonato alla foresta amazzonica o la Grande Barriera Corallina.

Una vittoria importante è stata quella del luglio del 2017: Panut Hadisiswoyo, fondatore di SOS, ha raggiunto la commissione del World Heritage (coloro che decidono quali siti inserire nella lista UNESCO) per fermare il progetto di impianto geotermico all’interno del parco nazionale del Leuser, classificato come Patrimonio mondiale a rischio, portando con sé una petizione firmata da 14.000 persone che vivono nella zona. I fondi raccolti da forPlanet sono stati fondamentali per sostenere SOS, che con le pressioni sulla commissione del World Heritage (il quale ha mantenuto l’area del Tropical Rainforest Heritage of Sumatra in stato di sito in pericolo) e sul governo indonesiano, ha ottenuto la cancellazione dell’impianto geotermico: un altro passo avanti verso la tutela di quest’area, habitat degli oranghi.

Infine, nel Novembre 2017 è stata annunciata da un team di scienziati la scoperta di una nuova specie di oranghi nell’area delle foreste di Batang Toru, nel nord dell’isola, diversi dagli oranghi di Sumatra e da quelli del Borneo; purtroppo sono fortemente a rischio estinzione, con meno di 800 esemplari rimasti. SOS ha iniziato una campagna per la loro protezione, coinvolgendo una premiata fotografa che li ha ripresi nel loro habitat, minacciato da deforestazione e progetti industriali; sono ancora in corso le trattative con il governo indonesiano, supportate da altre associazioni, per convincerlo ad abbandonare i progetti delle lobby.

Salvataggio, riabilitazione e ritorno in natura degli oranghi

Sumatran Orangutan Conservation Programme (SOCP), partner indonesiano nel progetto, gestisce l’unico centro di riabilitazione di oranghi a Sumatra, che si occupa di curarli e metterli in condizione di sopravvivere in natura grazie al lavoro di un team di specialisti; dal 2001 hanno rilasciato nelle foreste più di 265 oranghi.
Grazie ai veicoli donati con i fondi del nostro progetto, SOCP è stata in grado di soccorrere e trasportare presso il centro 12 oranghi, che ora sono già tornati in libertà.

L’obiettivo inziale del progetto era il salvataggio di 15 oranghi, ma SOS assicura che durante il 2018 ne restituiranno alle foreste altri 3 (o magari più).

Aggiornamento ad Aprile 2018: donazione extra allo Human Orangutan Conflict Response Unit (HOCRU)

Lo Human Orangutan Conflict Response Unit (HOCRU) lavora in prima linea per evacuare gli oranghi dalle foreste a rischio e trasferirli in un habitat sicuro; il team aveva disperatamente bisogno di un nuovo camion di soccorso, in modo di rispondere rapidamente alle segnalazioni di oranghi in pericolo: nel Febbraio 2018 sono stati donati altri 5.000 € per contribuire all’acquisto di un camion robusto e affidabile per la squadra di soccorso degli oranghi.

Di Leo ha anche gentilmente donato 2.000 € per l’acquisto di un nuovo drone conservativo, che viene utilizzato per tracciare la deforestazione nelle regioni ad alto rischio dell’ecosistema Leuser e dalla squadra di soccorso per valutare un0area in cui è stato segnalato un orango, in modo da pianificare il percorso migliore per raggiungerlo.

Infine, negli ultimi mesi, SOCP ha accolto presso il proprio centro altri 3 esemplari: una è Rose, trovata in zona di terreni agricoli e con cinque proiettili in corpo (non è raro purtroppo che i coltivatori sparino agli oranghi che si avvicinano alle piantagioni); poi c’è Baung, un cucciolo di soli 2 anni trovato in gravi condizioni di malnutrizione, e infine Dilan, anche lui di all’incirca 2 anni, che sfortunatamente essendo orfano avrà bisogno di più tempo per imparare di quali frutti può nutrirsi, come fare il nido o arrampicarsi sugli alberi, insomma tutto ciò che gli serve per poter vivere da solo.
Quello che ci auguriamo però è che presto tutti loro possano tornare in libertà!